Aggiornamento: 23 nov 2020
Dicembre è un mese in cui le vetrine cominciano a dipingersi di rosso, le strade sono illuminate da luci dorate e argentate e dalle finestre delle case si scorgono degli abeti verdi decorati. Rosso, oro e verde sembrano essere i colori del Natale.
In Chiesa però è un altro il colore che ci segnala l’arrivo di queste importante festività. Un buon osservatore si sarà reso conto che passata la Solennità di Cristo Re dell’Universo sull’altare alcune cose sono cambiate: il copri leggio è di colore viola, il sacerdote indossa paramenti viola, di frequente una corona con quattro candele viola viene posta in prossimità dell’altare.
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Perché in Avvento si utilizza il colore viola e perché la Chiesa prevede diversi colori nel corso dell’anno liturgico?
Come spiega la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, i colori liturgici, ovvero il bianco, il verde, il rosso e il viola, hanno il compito di scandire l’anno liturgico e di esprimere la caratteristica particolare dei misteri che vengono celebrati. Fu Papa Innocenzo III, ancora cardinale, tra i primi a scrivere un trattato sulla messa De Sacrosantis altaris mysterio nel 1195.
Se fino a quel momento gli usi romani venivano considerati solo come lontane norme di riferimento, i trattati di Papa Innocenzo III sono stati i primi ad imporsi come regole a cui fare stretto affidamento. Tra questi ebbe molto risalto il capitolo dedicato ai colori che non solo diventò punto di partenza di riflessione per i liturgisti del XIII secolo, ma si impose in molte diocesi anche lontane da Roma.
Il Messale Romano del 1570 e il Concilio di Trento resero obbligatorie le consuetudini romane, definendo una volta per tutte i colori liturgici da utilizzare durante l’anno, facendo riferimento anche alle istruzioni di Papa Innocenzo III. In questo documento si fa menzione del viola come colore da utilizzare durante l’Avvento e la Quaresima, distinguendolo in maniera netta dal nero, di cui era stato considerato fino a quel momento un colore affine.
Nel nuovo messale romano successivo al Concilio Vaticano II vengono ribaditi e confermati i colori liturgici della tradizione. Il viola viene quindi riconfermato come colore dell’Avvento e della Quaresima. Inoltre viene aggiunto che può essere usato negli Uffici e nelle messe per i defunti.
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Qual è il significato del viola e perché nei secoli è stato associato all’Avvento e alla Quaresima?
Nella descrizione del significato di un colore non si può non tenere conto delle sensazioni e delle emozioni che questo trasmette alla persona così come delle abitudini del passato che hanno di conseguenza influenzato la nostra percezione sul colore viola.
Il colore viola è un colore che ispira il rapporto con il divino e questo è dato dal fatto che il viola in natura è presente molto meno rispetto agli altri colori. La tradizione popolare ha quindi sempre legato il viola al mistero, al trascendente, alla spiritualità e alla magia. Anche oggi nella cromoterapia il viola è un colore associato alla meditazione. Questo deriva anche dalla sua composizione: rosso e blu. Il rosso, simbolo della forza, della vitalità, del coraggio, del dinamismo; il blu, simbolo della meditazione, della calma, della purificazione, della tenerezza. L’unione di questi due colori viene simbolicamente vista come l’unione tra umano e divino.
Nell’antichità il viola era un colore che veniva legato alla ricchezza e al prestigio. Per ricavare i colori più forti veniva infatti utilizzata una conchiglia marina con il guscio simile a quello della chiocciola. Mescolando minerali con la secrezione della chiocciola della porpora si ottenevano tonalità di colore che andavano dal nero, al rosso, al viola fino a tonalità di verde. Più il capo era scuro, più porpora veniva utilizzata e quindi maggiore era il prestigio di quella stoffa. Tutte le stoffe colorate erano status symbol di ricchezza, ma il viola in particolare era un colore indossato da principi e re proprio per la lunga lavorazione che vi stava dietro.
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È interessante constatare come un colore che in passato è stato legato alla potenza e ricchezza dei re, nel corso dei secoli è sempre di più stato associato a penitenza, conversione, espiazione. Questo è in parte legato al fatto che i Vangeli ci raccontano che i soldati di Ponzio Pilato vestirono Gesù con un mantello di porpora dopo che fu fatto flagellare per poi schernirlo davanti a tutti chiamandolo Re dei Giudei. Per i cristiani il viola di quel mantello evoca il dolore e la sofferenza che precede la salita al Calvario e la morte in croce di Gesù. In parte invece deriva dal fatto che, come già menzionato, il viola in ambito religioso era considerato quasi come una variante del nero. Essendo il nero sempre legato a occasioni di lutto e penitenza, anche il viola è stato automaticamente investito di questo significato.
Anche il vescovo Guglielmo Durante nel suo famoso trattato sui significati simbolici degli elementi architettonici ecclesiali e sulle celebrazioni liturgiche Rationale divinorum officiorum parla del viola come “pallidus et quasi lividus”, una descrizione che richiama alla nostra mente qualcosa di doloroso o qualcuno che sta poco bene.
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Il viola è quindi un colore associato dalla tradizione cristiana a due periodi forti: l’Avvento e la Quaresima. Entrambi tempi di preparazione in cui si è chiamati a meditare su se stessi, a mettersi in discussione, a intraprendere un cammino di conversione e penitenza.
Tuttavia, se il collegamento tra penitenza e Quaresima può sembrare più immediato, perché però associare il colore viola che richiama appunto espiazione e conversione ad un periodo come l’Avvento, tempo di attesa del Salvatore?
Anche se in modo diverso anche l’Avvento è un periodo che richiede una preparazione e un cammino di conversione. Quando si aspetta un ospite importante si mette a posto la casa, si pulisce, si butta via ciò che non serve. Ci viene chiesto di vegliare e di stare pronti e per fare ciò siamo chiamati a liberarci di tutto ciò che non serve. E il viola è lì a ricordarcelo.
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Ti auguriamo un Felice Avvento
Arte Ricami