Il tempo ordinario da poco ricominciato si interrompe nuovamente per dare spazio alla festa dei due santi pilastri del cristianesimo, S. Pietro e S. Paolo, ricorrenza che si tiene il 29 Giugno a Roma e in tantissime Chiese di tutto il mondo devote ai due grandi Santi.
In questo stesso periodo molti diaconi, sacerdoti diranno per la prima volta o confermeranno il proprio “Eccomi” al Signore e per molti di loro avverrà proprio il giorno del 29 Giugno o con i primi vespri della vigilia. Due Santi dalle diverse personalità che però la Chiesa celebra insieme ogni anno. Chi sono Pietro e Paolo, cosa hanno in comune e perché li festeggiamo nello stesso giorno?
San Pietro, il “pescatore di uomini”
I Vangeli e gli Atti degli Apostoli ci offrono molti dettagli sulla persona di Simon Pietro. Da pescatore di un piccolo villaggio sul lago di Galilea a “pescatore di uomini”: la chiamata di Gesù sconvolge la vita di Simone che lascia tutto e decide di seguire il Maestro, diventando testimone delle sue parole e dei suoi miracoli. Tra i dodici apostoli Simone è scelto da Gesù come primo pastore della Chiesa e per questa missione riceve un nuove nome: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni: sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro (Gv 1,42). In aramaico la parola Kēpha significa roccia, ma la si trova più spesso tradotta nel greco petros che appunto significa pietra-roccia. «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa »(Mt 16,13-20). È la prima volta che Gesù nomina la parola Chiesa e dà il compito a Pietro di diventarne roccia e fondamento visibile.
Pietro, che nel corso della sua vita insieme a Gesù mostra più volte la sua debolezza umana e i suoi comportamenti contraddittori, è colui che più volte fa esperienza diretta della misericordia di Gesù e che è testimone delle sue parole e dei suoi miracoli. Pietro riceverà dal Signore la forza necessaria per comunicare a tutti la potenza dirompente del messaggio del Signore. (Lc 22,32) e già i primi capitoli degli Atti degli Apostoli ci mostrano un Pietro che diventa punto di riferimento per i cristiani del tempo. È lui che nel giorno di Pentecoste invita con determinazione la folla a convertirsi. (At 2, 14ss).
Del martirio di Pietro non c’è una testimonianza scritta, ma c’è un passo del Vangelo di Giovanni che viene spesso interpretato come la profezia del martirio di Pietro «In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi» (Gv, 21, 18). Tendere le mani sembra richiamare l’immagine della crocifissione che è avvenuta a Roma e, secondo la tradizione ecclesiastica, a testa in giù per volere di Pietro che non si sentiva degno di morire come il proprio Maestro.
San Paolo di Tarso, l’apostolo delle Genti
La storia e la personalità di Paolo sono diverse da quelle di Pietro. La storia di Paolo è una storia di conversione. Di famiglia aristocratica, uomo colto, non fa diretta conoscenza di Gesù ma lo “incontra” sulla via per Damasco quando la voce del Signore lo interroga «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (Atti 9,1-9). Questa domanda è l’inizio del cambio di percorso di Paolo che da persecutore dei cristiani diventa predicatore del messaggio di Cristo ai lontani.
Tema centrale della predicazione di Paolo è l’incontro con Gesù vivo, morto e risorto e utilizzerà la sua esperienza diretta di conversione come esempio della misericordia e vicinanza di Dio verso chi pecca o chi nella propria vita è attratto o distratto da altro che non sia Gesù. Viene chiamato “l’Apostolo delle Genti” per i tanti viaggi in Asia Minore, Grecia e Italia mirati a convertire i gentili, i pagani, i più lontani dal messaggio di Gesù. È il primo evangelizzatore che da un respiro universale alla Chiesa, rivolgendosi non più a un solo gruppo ristretto di giudei ma a tutti coloro che avessero il cuore aperto, pronto a ricevere l’amore di Gesù, proprio perché Dio non è solo di qualcuno ma di tutti.
Paolo sarà imprigionato a Gerusalemme e poi portato a Roma dove verrà giustiziato. Sul martirio di Paolo troviamo informazioni in alcuni scritti apocrifi che parlano di una decapitazione avvenuta durante la persecuzione nerina. Clemente I, vescovo di Roma della fine del I secolo scrive «per la gelosia e la discordia, dopo aver predicato la giustizia a tutto il mondo […] sostenne il martirio davanti ai governanti» (1Clem 5,2).
Perché San Pietro e San Paolo vengono festeggiati insieme?
Nel corso dei secoli San Pietro e San Paolo sono sempre stati trattati come inseparabili. La tradizione sostiene che Paolo e Pietro fossero a Roma negli stessi anni e che quindi ebbero la possibilità di incontrarsi e predicare il Vangelo insieme. Sicuramente sappiamo che entrambi morirono come martiri, Paolo ucciso con spada e Pietro ucciso con crocifissione. Alcune leggende raccontano che siano morti entrambi il 29 giugno a Roma, ma come sottolinea anche Benedetto XVI la festa del 29 Giugno dei due santi sostituisce la precedente festa di Romolo e Remo. Durante la stessa omelia Benedetto XVI fa un parallelismo con la prima coppia di fratelli della Bibbia, Caino e Abele: mentre la vita di questi è segnata dal peccato, Pietro e Paolo mostrano un nuovo modo di essere fratelli, andando oltre le controversie e lasciandosi unire dal messaggio del Vangelo (Omelia 29/06/2012).
La seconda lettera ai Galati mette infatti in evidenza il rispetto reciproco tra i due grandi predicatori. Paolo racconta di essere a Gerusalemme quando riceve da Pietro la missione di andare tra i pagani, riconosce in Pietro una colonna e un’autorità e rispetta il suo volere. «Riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi» (Gal, 2, 9).
Più avanti nella lettera però Paolo racconta di aver affrontato Pietro a viso aperto ad Antiochia per il suo atteggiamento di chiusura verso i pagani che non erano circoncisi. Se qui Paolo dimostra la forza universale del suo messaggio, Pietro, accettando la correzione, è esempio di umiltà cristiana.
Come si può leggere, anche se con diverse personalità e diverso carisma, Pietro e Paolo sono accomunati da un forte desiderio di evangelizzazione e di diffusione del Vangelo. Con coraggio e determinazione non si fermano alle minacce di persecuzione, entrambi uomini normali, peccatori, fanno esperienza della misericordia di Gesù e diventano i suoi primi portavoce. Enzo Bianchi scrive «A Roma Pietro ritrova Paolo. Non sappiamo se nel quotidiano della testimonianza cristiana, ma certamente nel segno grande del martirio. Paolo, “l’altro”, l’apostolo differente, posto accanto a Pietro nella sua alterità, quasi a garantire fin dai primi passi che la Chiesa cristiana è sempre plurale e si nutre di diversità». Nella loro diversità Pietro e Paolo hanno edificato un’unica Chiesa e in questa giornata noi siamo chiamati non solo ad arricchirci del loro esempio di testimoni veri, ma anche a riscoprire le diversità che sono nella Chiesa come base e forza di essa.
Scrive Sant’Agostino “Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, tuttavia, erano una cosa sola in Cristo”. (dai Discorsi)Pietro con la sua autorità, Paolo con la sua dottrina, entrambi questi Santi contribuiscono all’edificazione della Chiesa di oggi ed è per questo che li ricordiamo in un medesimo giorno.
Quali paramenti indossare nella messa del 29 Giugno?
Se fino al Medioevo le le S. Messe dei martiri erano celebrate anche in bianco, colore che ricorda il Paradiso, successivamente è il rosso a diventare il colore associato a martiri e apostoli. Il rosso ricorda infatti il sangue che i martiri hanno versato in nome di Cristo.
Ci auguriamo che la vita di San Pietro e San Paolo e in particolare la tenacia e l’amore con cui hanno annunciato il Vangelo ai primi cristiani sia di ispirazione per tutti i seminaristi che in questi giorni verranno ordinati sacerdoti. Facciamo nostro l’invito di sant’Agostino: “Celebriamo questo giorno di festa, consacrato per noi dal sangue degli apostoli; amiamone la fede, la vita, le fatiche, le sofferenze, la testimonianza e la predicazione.” (dai Discorsi).
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