La stola è spesso definita come il paramento identificativo del sacerdozio. Una striscia di tessuto che scende dalle spalle del celebrante, talvolta nascosta dalla casula, ma sempre presente in ogni rito. Scopriamone insieme la storia e il significato.
Qual è l’origine della stola?
Il nome originale della stola è orarium. Sull’etimologia di orarium ci sono diverse versioni. Alcuni studiosi credono che derivi da os (lat. Bocca) e stia ad indicare un panno per pulire la bocca o il viso, una sorta di fazzoletto per il sudore. La parola è soprattutto presente nei testi di scrittori cristiani e in queste occasioni significa anche fazzoletto per la gola. Altri studiosi invece riconducono la radice della parola al verbo orare (lat. parlare, pregare, predicare). Rabano Mauro (780-856) vedeva nella stola uno stretto legame con la predica, quasi fosse l’indumento che più deve ricordare al sacerdote la sua missione e quindi guidare le sue parole.
È in oriente che la parola compare per la prima volta con riferimento alla stola diaconale. In occidente invece se ne fa menzione durante il Sinodo di Braga (536 d.C.) come paramento volto a distinguere il diaconato dall’accolitato.
Il nome “stola” (dal greco stolé, indumento di sopra) al posto di orarium venne presumibilmente usato per la prima volta in Gallia. È qui infatti che si hanno tracce più antiche dell’uso di questo nome. Nel X secolo la parola stola si diffonde anche in Italia e già nel 1200 è ormai molto raro sentire parlare di orarium. È con il Sinodo di Toledo (633 d.C.) che la stola compare come paramento di sacerdoti e vescovi, già durante il rito di ordinazione. Durante lo stesso sinodo si esplicitano le distinzioni tra le stole diaconali, che non potevano avere nessun tipo di decoro in oro né colore, e le stole sacerdotali che venivano indossate incrociate sul petto.
A Roma invece è interessante notare come la stola compaia piuttosto tardi negli scritti. Questo non significa che già non fosse utilizzata come paramento, anzi, è certo che la stola fosse indossata non solo da diaconi e sacerdoti bensì anche dai chierici.
Solo nell’anno 1000 si può dire con certezza che la stola diventa un paramento di uso esclusivo degli ordini più alti del clero, nello stesso modo in tutto l’occidente.
È in questo secolo che si pone l’accento sull’importanza liturgica della stola. Un esempio è San Bruno di Segni (1045 – 1123) che scrive che per celebrare battesimi, cresime o altre funzioni il sacerdote può rinunciare a tutti i paramenti, tranne alla stola.
La stola diaconale e la stola sacerdotale
Il Messale Romano indica che la stola è un paramento obbligatorio sia per i sacerdoti che per i diaconi durante la Messa (338,340).
Entrambi i riti di ordinazione riservano alla stola e alla vestizione dei paramenti un momento particolare. Durante l’ordinazione diaconale il vescovo era solito recitare questa invocazione: “Ricevi dalla mano di Dio questa bianca stola; adempi il tuo ministero; Dio è onnipotente, egli aumenterà in te la sua grazia”. Il diacono indossa quindi la stola e lo fa in modo diagonale, ovvero facendola scendere dalla spalla fino all’anca.
Il diverso modo di oggi di indossare la stola sembra avere origine nell’abitudine che i diaconi avevano di portare questo paramento sulla spalla sinistra. In Oriente, luogo dove la stola sotto il nome originario di Orarium viene già citato nei canoni del sinodo di Laodicea ( 364 d.C.), questo paramento diventa ben presto segno distintivo per il servizio dei diaconi. In un testo di Isidoro da Pelusio (+440) si legge che la stola <con la quale i diaconi fanno il loro servizio nei sacri ministeri, rammenta l’umiltà del Signore quando lavò e asciugò i piedi ai suoi discepoli>
Per quanto riguarda il rito dell’ordinazione sacerdotale, un presbitero aiuta l’ordinato a indossare la stola e la casula. La stola non è più indossata in diagonale bensì con le due strisce che cadono parallele sul davanti. Il vescovo nel rito recitava “ Ricevete il giogodel Signore : Il suo giogo è dolce, e soave è il suo peso” .
Che cosa simboleggia la stola nella liturgia?
Già per i liturgisti del medioeveo la stola simboleggiava l’incarico che i diaconi e i sacerdoti accettavano durante l’ordinazione. Da questa simbologia di base si svilupparono poi molte interpretazioni della stola legate soprattutto alle virtù del sacerdoti rendendola così simbolo di umiltà, saggezza, pazienza, purezza, fortezza. Il fatto che la stola indossata sopra il camice venisse cinta ai fianchi con il cingolo significava per alcuni studiosi del tempo che le virtù sopracitate avessero senso solo se legate al dominio di sé e quindi al controllo delle tentazioni.
Qual è il signficato della preghiera di vestizione della stola?
Già per i liturgisti del medioeveo la stola simboleggiava l’incarico che i diaconi e i sacerdoti accettavano durante l’ordinazione. Da questa simbologia di base si svilupparono poi molte interpretazioni della stola legate soprattutto alle virtù del sacerdoti rendendola così simbolo di umiltà, saggezza, pazienza, purezza, fortezza. Il fatto che la stola indossata sopra il camice venisse cinta ai fianchi con il cingolo significava per alcuni studiosi del tempo che le virtù sopracitate avessero senso solo se legate al dominio di sé e quindi al controllo delle tentazioni.
Quali caratteristiche ha una stola e dove acquistarla?
Già per i liturgisti del medioeveo la stola simboleggiava l’incarico che i diaconi e i sacerdoti accettavano durante l’ordinazione. Da questa simbologia di base si svilupparono poi molte interpretazioni della stola legate soprattutto alle virtù del sacerdoti rendendola così simbolo di umiltà, saggezza, pazienza, purezza, fortezza. Il fatto che la stola indossata sopra il camice venisse cinta ai fianchi con il cingolo significava per alcuni studiosi del tempo che le virtù sopracitate avessero senso solo se legate al dominio di sé e quindi al controllo delle tentazioni.
Fonti bibliografiche:
Braun, Joseph (1912): Handbuch der Paramentik; Freiburg i. Br.
Kunzler Michael (1996): La liturgia della Chiesa; Editoriale Jaka Book Spa; Milano.
Ordinamento generale del Messale Romano, http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20030317_ordinamento-messale_it.html. 01/02/2020
Emanuele Borserini, Il paradiso sulla terra. Spunti di catechesi liturgica nella Messa, D’Ettoris Editori, Crotone 2018
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